CERNOBBIO
Si trova subito dopo il torrente Breggia, sulle sponde del lago ai piedi del Monte Bisbino, con le sue molteplici frazioni forma uno dei paesi più grossi fra quelli che si affacciano sul Lario.
Cernobbio, d’antiche origini, dopo varie vicissitudini riuscì ad ottenere nel XIII secolo privilegi e statuti propri ma, questo periodo fiorente fu presto seguito, nel XVI secolo, dall'invasione degli Spagnoli e da ripetuti saccheggiamenti.
Il suo nome deriva da un antico monastero cluniacense, “Coenobium", di proprietà dei Vescovi di Pavia confermato da Lotario nel secolo X e che sorgeva nell'area attualmente occupata da Villa D'Este.
L’economia del paese si concentra soprattutto sulla filatura della lana e della seta, sulla produzione di carta e, per la presenza di tante e lussuose ville ottocentesche costruite da nobili e ricchi, anche sul turismo.
Qui nacque uno dei primi stabilimenti a carattere industriale per la lavorazione della seta. Nella parte più vecchia del paese, a pochi passi dalla piazza a lago, esistono ancora ben conservate alcune caratteristiche costruzioni che risalgono al XVI secolo.
Da qui parte il sentiero conosciuto come la “Via dei monti lariani", una lunga e affascinante passeggiata interamente segnalata dal CAI, si può raggiungere il Monte Bisbino (1325 m.) seguendo una strada panoramica dove in cima s’innalza un cinquecentesco santuario mariano dal cui sagrato è possibile apprezzare la panoramica vista sul lago, le Alpi e la pianura.
VILLA D'ESTE
Nella parte più vecchia del paese di Cernobbio esisteva, nel 1442, un monastero eretto in Chiostro di Sant’Andrea dal Vescovo di Como Gerardo da Landriano.
L’edificio, abitato da monache, non fu mai curato e ormai decadente fu abbandonato e nel 1568 fu demolito dal Cardinale Tolomeo Gallio che vi costruì una villa progettata dall'architetto Pellegrino Pellegrini.
Nel 1815 la villa e il parco furono acquistati dal marchese Calderara ammogliato con Vittoria Peluso a cui rimase la villa dopo la sua morte.
A lei dobbiamo le torricelle del parco erette per festeggiare le sue seconde nozze con il conte Domenico Pino, reduce vittorioso dalla campagna di Spagna.
Successivamente l’intera proprietà fu venduta alla principessa del Galles, Carolina di Brunswich, discendente da un Guelfo D'Este che la elesse sua dimora battezzandola col suo nome.
Passò ai Torlonia, agli Orsini ed ai Ciani che la tennero fino al 1868.
Solo nel 1873 fu restaurata per trasformarla in albergo di lusso mantenendo all'interno i dipinti e le sculture dei secoli XVI e XIX che già l’abbellivano.
Nel giardino, mantenuto in gran parte come l’originario, è stata aggiunta una piscina galleggiante unica in Italia. Non è visitabile dai turisti.